Un giorno con i giganti by Laura Pepe

Un giorno con i giganti by Laura Pepe

autore:Laura Pepe [Pepe, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-08-30T12:00:00+00:00


I primi giochi

L’Iliade sta per terminare. L’ira di Achille si è placata, visto che l’eroe ha affrontato in duello Ettore e lo ha ucciso, vendicando così la morte dell’amato Patroclo. Eppure, in quella notte, il migliore degli achei non riesce a dormire un sonno tranquillo: Patroclo in persona gli fa visita in sogno, per esortarlo a consegnare finalmente alle fiamme della pira il suo cadavere che da troppi giorni chiede di essere sepolto per poter raggiungere il regno dei morti. La mattina seguente Achille porta a termine le esequie, e decide poi di celebrare l’amico con diverse competizioni sportive in suo onore, a cui prendono parte molti guerrieri achei. Così, l’ampia pianura che si estende a perdita d’occhio fuori dalle mura di Troia diventa in breve tempo un’arena.

I giochi funebri per Patroclo sono le prime gare di cui abbiamo notizia grazie a Omero; ma la loro organizzazione perfetta – tra pubblico che assiste appassionato, giudici che osservano con attenzione lo svolgimento della gara, ricchi premi messi in palio per i concorrenti – ci fa capire che la tradizione di gareggiare era incominciata molto tempo prima, ed era ormai ben consolidata.

Le sfide sono tante: la corsa con i carri e a piedi, il pugilato, la lotta, il duello con la spada, il lancio del disco e del giavellotto, il tiro con l’arco. Qui mi limiterò a fare la cronaca della prima, la corsa dei carri, non solo perché è la più spettacolare (e quella su cui Omero si sofferma più a lungo), ma perché ci dice molto delle dinamiche che da sempre animano le competizioni.

Provate a immaginare lo spazio: una striscia di terra lunga, dritta, con un tronco d’albero appena visibile a una certa distanza dalla linea di partenza. È quello il punto attorno al quale i carri dovranno girare verso sinistra, per poi ritornare indietro e correre in velocità in direzione del traguardo.

I partecipanti, guidatori dei carri a cui sono legati due cavalli, sono cinque: Eumelo, riconosciuto come il cavaliere migliore; Diomede, figlio di Tideo, uno dei guerrieri più valorosi dell’esercito acheo; Menelao, fratello di Agamennone (il capo della spedizione achea a Troia) e marito di Elena; Antiloco, giovane figlio del saggio re Nestore; e per ultimo un altro eroe che si chiama Merione, che non ha grandi speranze di successo visto che è più scarso degli altri e che i suoi cavalli sono decisamente lenti.

La competizione è sul punto di iniziare, e c’è chi si attarda a confabulare con uno dei concorrenti. È Nestore, il padre di Antiloco, che – proprio come farebbe un solerte allenatore – chiama il figlio in disparte per dargli consigli.

Gli ricorda che i suoi cavalli non sono scattanti come quelli degli avversari: e allora, per non arrivare ultimi, bisognerà fare in modo che là dove non arriva la forza possa arrivare l’astuzia (noi la chiamiamo métis, una parola che Esiodo vi ha già fatto conoscere).

In sostanza, raccomanda Nestore, nei pressi della meta, dove la strada si restringe, Antiloco dovrà piegarsi con il corpo a



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